È sempre più frequente, in edilizia, il ricorso a droni e nuovi accrocchi volanti, qualche volta anche abusandone nell’utilizzo, ossia senza un vero motivo di fondo. Altre volte, però, il drone è un supporto prezioso e, in alcuni casi, insostituibile per avere un rapidissimo responso dello stato di una struttura o anche per avere rilievi bi/tridimensionali.
In quali occasioni viene utilizzato il drone?
La prima e più frequente casistica è proprio quella delle ispezioni di strutture pericolanti, oppure difficilmente accessibili. Si pensi semplicemente al caso in cui si debba controllare il tetto di un cascinale, posto magari a 15 metri di altezza e senza scala di accesso.
In questo caso le possibilità sono principalmente due: l’uso di un drone per una vista ravvicinata del manufatto, o il noleggio di una piattaforma di lavoro telescopica. Qualora però il tetto non sia proprio “in salute”, ossia non si ha certezza che l’operatore possa camminare sulla struttura, oppure ancora quando la piattaforma ha un limite dimensionale di “sbraccio”, ecco che il drone diventa insostituibile.
In questi casi, è impagabile la rapidità di accesso, la totale sicurezza degli operatori, e l’immediata ed abbondante possibilità di avere subito immagini precise del manufatto.
Le occasioni sono frequentissime; basti anche pensare che un drone di un medio livello costa decisamente meno di un veicolo telescopico, e proprio per questo diffusione dei droni sta aumentando esponenzialmente, anche e non solo per uso professionale.
Le videoispezioni non sono solamente con ottica “semplice”, ossia con normali fotografie ad elevata risoluzione per vedere da vicino una struttura: esistono droni con ottiche speciali, una su tutte ad infrarossi, per esempio, con cui si hanno importanti impieghi in ambito della diagnostica impiantistica, per scovare infiltrazioni, guasti elettrici ecc..
Basti pensare che i droni con visore ad infrarosso sono quotidianamente impiegati anche dalle forze dell’ordine per la ricerca di persone o incendi!
Quali altri utilizzi si fanno di un drone in edilizia?
Il secondo ambito di utilizzo, in cui il drone ha davvero rivoluzionato il settore, è quello dei rilievi e della restituzione fotogrammetrica. Con un drone, infatti, è possibile effettuare un rilievo planimetrico o anche tridimensionale in maniera più “automatizzata”. Impostato un idoneo piano di volo, con l’acquisizione di immagini a precisi intervalli di distanza, è possibile, con appositi software, avere la restituzione grafica del rilievo.
È facile pensare che, per esempio, un rilievo tridimensionale di un terreno di qualche ettaro, magari in collina, con grandi alberature e tutte quelle che fino a ieri erano “complicazioni”, oggi può essere fatto in minor tempo e maggior sicurezza.
Oppure, per i rilievi di fabbricati, con analoga tecnologia, è possibile avere planimetrie e prospetti anche di grandi immobili.
L’esportazione della cosiddetta “nuvola di punti”, infatti, consente non solo di ottenere in tempi più rapidi un disegno bidimensionale, ma a tutti gli effetti un modello 3D di quanto rilevato.
Si può volare ovunque?
No! In questo senso è necessario prestare molta attenzione. La prima cosa che deve fare un operatore UAS (volgarmente, il pilota del drone) è di controllare se la zona non è interdetta al volo. Normalmente, entro un raggio di 5 km da piste di atterraggio di aeroporti et similia non è consentita alcuna operazione (anche nei pressi di ospedali con punto di atterraggio di elisoccorso, per capirci). Nelle successive fasce di distanza, sono consentiti voli ad altezze limitate (25 m, 60 m e, in ultimo 120 m, che è l’altezza limite per qualsiasi drone).
Sono richieste abilitazioni o patentini di sorta per l’uso di un drone?
I droni sono principalmente classificati in base al loro peso. I droni di peso inferiore a 250g (MTOM < 250g, secondo nomenclatura normativa) non richiedono patentini di sorta. Sopra tale soglia l’operatore deve essere munito di apposito attestato di pilota di APR, secondo la tipologia di drone e di operazione.
Quali garanzie mi può dare il “pilota” affinché io possa capire che sia veramente un professionista?
OGNI DRONE DEVE ESSERE ASSICURATO. Prima regola del fight club.
Bisogna diffidare da chiunque non sappia dare risposte certe e precise sulla dotazione di assicurazione, sulla categoria del drone, sulla possibilità di volare nella zona ecc.
Poi, come già detto, se il drone supera i 250g, l’operatore deve avere un idoneo attestato di pilota.
Queste sono proprio le basi!
Inoltre, per l’uso professionale del drone (ossia, non per volare il sabato in aperta campagna, ma per ispezionare un immobile per lavoro, ma anche solo per fare le foto al vostro matrimonio!) richiede una polizza assicurativa per l’uso professionale.
Un favorevole riscontro ai punti sopraccitati già consente di scremare la platea di operatori hobbisti da quelli professionali e, di conseguenza, scegliere il giusto interlocutore.
A PROPOSITO DI MATRIMONIO FESTE E BANCHETTI…
Nessun drone può volare su assembramenti di persone! Ricordatevelo sempre, quando vedete qualche drone volare alla festa dello sququerone di Bugliano di turno.
…e se dovesse succedere qualcosa?
Appunto, ogni drone deve essere assicurato. Un drone può causare seri disastri. Se si perdesse il segnale e atterrasse su un’autostrada? Se si scarica e cade in testa a qualcuno? Se mettesse in corto una linea elettrica aerea? Se intralciasse il volo di un ultraleggero?
Piccola nozione importantissima: I DRONI DEVONO SEMPRE DARE LA PRECEDENZA AI VELIVOLI. Non esistono dinamiche di alcun tipo secondo cui un drone “ha ragione” rispetto a un aliante, un piccolo aereo o un elicottero. Il drone ATTERRA E BASTA, ne va della vita di qualcuno altrimenti.
Ecco perché sono importanti le distanze dalle piste di atterraggio.
Ecco perché è importante che l’operatore UAS sia formato, lucido e coscienzioso.
Contattaci per prenotare il tuo volo!
Per informazioni sulle normative sui droni https://www.enac.gov.it/sicurezza-aerea/droni
Per le mappa ufficiali per le zone consentite e non https://www.d-flight.it/web-app/